Qualche piccola perla nascosta nei fondali più oscuri degli abissi oceanici.

30.12.2013 16:31

I Modena City Ramblers cantavano "L'importante è non cadere dal palco". Alcuni gruppi nel panorama indipendente, nonostante non si tratti di una cosa proprio difficile, non riescono nemmeno in quel minimo indispensabile; per fortuna, troviamo qualche piccola perla nascosta nei fondali più oscuri degli abissi oceanici.

Gli ODD nascono nel non così lontano 2010 come tribute band dei Pink Floyd. Essendo un'idea abbastanza comune dei nostalgici musicisti innamorati di Barret e Gilmoure non è mai facile confrontarsi con la bellezza di questo genere e, soprattutto, emergerne.

Il purgatorio che deve attraversare ogni band è quello del continuo confronto  tra i gusti personali e l’ipotetico target di una band emergente. L’ostacolo, in questo caso, è ingigantito dal numero dei componenti degli ODD: ben 7, tutti con musicalità ben distinte partendo dal post-rock, passando per il post-metal e concludendo con rimandi indie ed elettronici.

Tutto questo, per fortuna, è stato facilmente superato presentando un prodotto capace di incuriosire e affascinare gli ascoltatori.

Così, qualche sera fa, sono capitato ad loro un concerto organizzato all’INIT di Roma da non so quale pazzo fuorilegge capace di inserire, tra una serie di epopee lancinanti (parodie di Max Pezzali ubriaco che canta qualcosa di simile ai Diaframma e copie spudorate di Marlene Kuntz e Distillers) e un fine-serata techno capitanato da DJ Emix, un gruppo degno di nota.

Gli ODD si presentano alla serata come ultimo gruppo della scaletta rock partendo con una session strumentale, che rimanda ai Pink Floyd in ‘Live Thunder’, intitolata ‘Paku’ , una composizione divisa in tre parti, che ci accompagnerà poi nel loro reale ambiente. La prima parte, ‘Paku The First’, è un pezzo puramente psichedelico, completamente strumentale, con chiari rimandi agli autori che lo stesso gruppo tributavano in passato. In ‘Paku Noir’, il secondo capitolo, con l’ingresso di una voce femminile ed una maschile, veniamo catapultati in un ambiente totalmente diverso, più ritmico, dove le voci giocano un ruolo fondamentale nella riuscita del pezzo. La terza parte, anticipata da ‘Envy’ - traccia decisamente più indie e moderna in confronto alle altre - , è intitolata ‘Paku gODD’, che non è un errore di battitura, ma il modo in cui il pezzo vuole introdurci alla vera anima ODD. Il quinto ed ultimo pezzo è una traccia decisamente pop, cantata interamente in italiano, a differenza delle precedenti, e si intitola ‘Ascesi’.

Nel complesso la performance è decisamente valida, soprattutto se paragonata al livello medio-basso delle band presenti alla serata. Di conseguenza, gli ODD si presentano egregiamente nel panorama musicale indipendente, nonostante ci sia qualcosa da migliorare nella presenza scenica e non a livello tecnico-musicale, dove le chitarre sono ineccepibili, la tastiera è la colonna portante delle composizioni, la batteria vive di vita propria in ogni pezzo e il basso, nonostante l’acustica, si infili perfettamente nelle varie fasi delle canzoni.

Non è in dubbio che le voci siano di ottima fattura, studiate e ben elaborate, come i testi. Il problema fondamentale è l’atteggiamento sul palco:  il cantante, nonostante sia molto bravo, tende ad amplificare i movimenti - dovrebbe ricordarsi che non sta suonando Nu Metal alla Linea 77, ma con un  gruppo che, tendenzialmente, lavora sull’ambiente e sull’atmosfera scenica legata alle tracce. In un genere di questo tipo è fondamentale trascinare il pubblico in qualcosa di astratto, mentre il cantante faceva l’esatto opposto. La cantante, decisamente pulita vocalmente, dovrebbe fare invece l’esatto contrario: sfruttare la sensualità vocale che le compete rendendo così quel piccolo vuoto presente a livello scenico un vero e proprio colpo al cuore.

Infine, unica pecca a livello tecnico, è il testo di ‘Ascesi’. Il gruppo non fatica affatto a scrivere testi in inglese, mentre tende a cadere in una certa convenzionalità quando si tratta di scrivere in italiano.

In conclusione gli ODD sembrano aver trovato la loro dimensione, poeticamente astratta e inebriata, figlia della maestria floydiana e, in maniera opportuna, delle odierne contaminazioni della musica rock.

 

PS: Tra i gruppi precedenti, volevo segnalare una particolarità: non credo di aver mai visto una chitarrista schiaffeggiare una chitarra, ma c’è una prima volta per tutto.

 

Gli ODD sono:

Luca Scarfidi – Chitarra ritmica
Lorenzo Petroni - Chitrarra solista
Filippo Smaldone – Basso
Francesco Serafino – Batteria
Roberto Franco – Tastiere e Synth
Valerio Simone– Voce Maschile
Valentina Cairoli – Voce Femminile

CANALE YOUTUBE DEGLI ODD

PAGINA FACEBOOK DEGLI ODD

 

L'articolo è stato scritto in collaborazione con Andrea Razza (No, non l'autore del libro su Michael Jackson, ma il cantante dei Fallen Alice)