Il virtuosismo è una cosa brutta.

07.11.2013 00:36

Non dovrebbe essere un argomento attuale, ma io non resisto più.
Tutto ciò che fa parte dello spettacolo, deve avere una sua funzionalità.
Attenzione: non parlo di utilità. Parlo di funzionalità. Un lavoro, un pensiero, una creazione può contenere bellezza ed inutilità contemporaneamente.
Qui parlo di una cosa diversa.
Il virtuosismo forzato dedito principalmente alla dimostrazione di essere capaci di qualcosa che non è funzionale allo scopo per il quale si lavora.
Non sono sicuro di essere chiaro, ma provo a darvi un'idea di cosa intendo:

Esempio N°1: Robson "Robinho" de Souza e Neymar da Silva Santos Júnior

 

Per chi non li conoscesse, sono due pagliacci che giocano a calcio rispettivamente nel Milan e nel Barcellona. Vengono entrambi dalla stessa squadra, il Santos, squadra del campionato della massima serie brasiliana. Sono esattamente il tipo di virtuosismo che non riesco ad accettare.
Il loro ruolo, in un campo da calcio, è quello della seconda punta, ovvero un attaccante defilato (a seconda dei casi) che mette nelle condizioni la prima punta di andare in gol. Questo, di per se, non garantisce una quantità molto elevata di gol, obiettivo principale di un attaccante. E fin qui ci siamo.
La cosa che, come direbbe Peter Griffin, mi fa girare gli ingranaggi, è l'inutilità epica di ogni movimento spettacolare circense che questi, prima di ogni passaggio o tiro, effettuano. Se uno di loro si trovasse solo, in un angolo del campo, senza possibilità alcuna di superare gli avversari, invece di tentare di passare il pallone ad un compagno, cercherebbero inutilmente, con skills, finte, doppi tocchi, veli e quant'altro, di saltarli, optando per una scelta non funzionale e dannosa per la squadra. Si perde palla, ci si mangiano gol a porta libera, contropiede della squadra avversaria e gol.
La cultura giovanile li ha sempre idolatrati come mostri sacri, fama testimoniata dalla miriade di video su YouTube contenenti le loro mirabolanti imprese.
Ma passiamo oltre.

 

Esempio N°2: i Dragonforce

 

 

Sono una band power vegeterian etiopian neymar indie metal britannica.
Citando Wikipedia, "I Dragonforce hanno coniato il termine extreme power metal (che non va confuso con il metal estremo) per definire il loro stile musicale, caratterizzato da un drumming e ritmiche estremamente veloci, accompagnate da continui virtuosismi di chitarra."
Prendiamo ad esempio uno dei loro pezzi più famosi, Through the fire and flames.
Per virtuosismo, in questo caso, intendo tecnica a discapito della bellezza.
Non me ne frega niente che sei veloce. La musica è una forma d'arte, cazzo.
Sento solo ed esclusivamente una serie di note una dopo l'altra ad una velocità assurda.
Ma passiamo oltre, all'ultimo, adorato esempio.

 

Esempio N°3: Il "nuovo" Tim Burton

 

Ok, sei Tim Burton. Ok, hai accompagnato tutti noi tra gli anni '90 e l'inizio 2000 con dei veri e propri capolavori. Ok, ti scopi Helena Bonham Carter. Ok, forse anche Depp.
Ma devi smetterla. Per l'amore del cielo, basta.
Per inerzia e virtuosismo, vai avanti con quello che ti rimane più semplice: farti pagare un mucchio di soldi per produrre e girare emerite stronzate.
Abramo Lincoln Vampire Hunter.
Alice in Wonderland.
Dark Shadows.
No.

Per salvarti il culo hanno riesumato Vincent e Frankenweenie.
Nine nessuno sa nemmeno che l'hai girato, per quanto bello sia.
Ma è arrivato il momento in cui "sentirsi Tim Burton e quindi essere in diritto di fare film" è sbagliato.

 

Per la cronaca, tutto questo discorso si ricollega al semplice pavoneggiarsi o inebriarsi di culture arcaiche importantissime ma decisamente orribili.
Ovvero, La corazzata Potemkin è importante, ma vaffanculo basta.